La Valle Orba

Parte 3. La Frazione di San Luca
(Approfondimento: Renzo Piano: avanguardia a San Luca)

La frazione di San Luca è l'abitato altimetricamente più elevato del Comune di Molare. Esso, infatti, si posiziona ad una quota di circa 500 metri sul livello del mare (contro i 220 m slm dell'abitato di Molare, i 210 m slm di Battagliosi e Madonna delle Rocche, i 300 m slm di Albareto ed infine i 380 m slm di Olbicella).

Una caratteristica peculiare di questa frazione, è di essere l'unica (se si eccettua Albareto che però non è frazione) a non fornire punti per la balneazione poiché non sorge sulle sponde dell'Orba ma sulla parte sommitale di un rilievo montuoso che rappresenta il versante Est del Monte del Ratto. Quest'ultimo, si frappone tra San Luca e la Frazione Bandita (Comune di Cassinelle) e rappresenta con i suoi 684 mt il monte più alto del territorio comunale di Molare. Nonostante San Luca non sia situato sulle sponde del torrente Orba, la sua storia è profondamente legata al corso d'acqua. Nella mente degli anziani abitanti del borgo, è ancora vivo il ricordo di quel 13 agosto 1935. Il Bric Zerbino, dietro il quale si nascondeva e si nasconde tutt'oggi la grande Diga di Molare, è infatti ben visibile da San Luca, così come la Sella Zerbino e la Diga Secondaria che crollò in quell'infausto Agosto.

Il panorama che si gode dalla frazione abbraccia infatti una vasta area dell'Alta Valle Orba ed in particolare il settore di Loc. Garrone (o “Garonne” come i Molaresi sono soliti chiamare) nel Comune di Rossiglione. San Luca è costituito da un piccolo gruppo di case sorte attorno alla graziosa chiesetta e da alcune belle cascine sparse tra i versanti boscosi di roveri e castagni. Alcune di queste sono state recentemente ristrutturate per divenire residenze estive di Genovesi o Torinesi che si sono innamorati di questo piccolo angolo molarese. Un tempo San Luca era pressoché autosufficiente: vi erano persino le scuole elementari e alcune osterie. Oggigiorno per fare la spesa si deve percorrere una decina di chilometri e giungere sino a Molare. In prossimità della chiesetta resiste solo un piccolo bar gestito dalla locale Proloco all'interno del quale sono esposte alcune vecchie foto della Diga di Molare. Per apprezzare questo piccolo borgo, che sembra voltare le spalle a Molare per nascondersi dietro gli erti versanti boscati degli Uvi, si può consigliare una passeggiata nelle serate delle torride estati per scoprire che il refrigerio è godibile anche fuori dalle fresche acque del Torrente Orba. Negli ultimi anni, la frazione ha conosciuto un nuovo timido impulso di valorizzazione turistica. La sua posizione decentrata ed immersa nel verde ne fanno un luogo ideale per escursioni a piedi ma soprattutto a cavallo (è presente un maneggio) e in mountain bike.

Negli ultimi anni, a San Luca si svolge una gara di mountain bike: l'ultima edizione, tenutasi in Luglio in concomitanza con la Festa del Cristo, ha assunto maggiore importanza in quanto valida come settima prova del campionato regionale. Il tracciato, si snoda all'interno dei boschi che ammantano il Monte del Ratto. San Luca, Bandita e Madonna delle Rocche sono infatti fra loro collegate da un dedalo di sentieri sterrati quasi totalmente incontaminati che sono percorsi dagli amanti della natura e soprattutto, nel periodo autunnale, dai "fungaioli". Per gli amanti del trakking vale la pena evidenziare il percorso San Luca – Crocetta – Madonnna delle Rocche, il percorso San Luca – Bandita, il percorso San Luca – Cascinetta – Miralago (quest'ultimo storico ristorante posto sulle sponde del Lago di Ortiglieto ed attualmente chiuso) ed infine il percorso San Luca – Rio Meri. Unica nota stonata, comune d'altro canto a tutta la Valle Orba , è che pur esistendo una discreta cartografia della sentieristica di queste zone, i sentieri non sono mai segnalati in loco (con grave danno a parer mio sull'affluenza turistica!).

La Frana di San Luca e le Unità San Luca - Colma ed Ortiglieto

Il centro di San Luca, analogamente a quello di Olbicella, sorge sul corpo di un'antica frana che dalla sommità del versante (quasi in corrispondenza del cimitero della frazione) si sviluppa sino a raggiungere l'alveo del Torrente Orba. Mentre Molare "vanta" una sua formazione, la piccola frazione possiede, "in comproprietà" con il noto monte ovadese (Monte Colma - 836 mt) addirittura una Unità tettonica. Quest'ultima è definita come un complesso di differenti rocce che hanno però avuto in comune un'identica storia strutturale. Durante la travagliata evoluzione delle Alpi Liguri (vedere la geologia della Diga di Molare) alcuni "pacchetti di roccia" si sono differenziati fra loro "prendendo strade diverse "(chi è andato su, chi giù, chi a destra chi a sinistra......) per poi trovarsi nelle attuali posizioni tutte appartenenti però ad un grande gruppo: il Gruppo di Voltri. L'Unità di San Luca - Colma è costituita dall'antichissima crosta oceanica presente tra l'Africa e l'Europa prima che esse collidessero. Esiste anche l'Unità di Ortiglieto, di analoga origine, proveniente però da rocce di crosta oceanica molto profonde. Ad onor del vero i nuovi modelli evolutivi del Gruppo di Voltri raggruppano le rocce in modo più semplice, evitando di utilizzare le numerose tradizionali unità. Quest'ultime, in gergo geologico aggiornato, sono cadute in disuso.

Se volete sapere cosa si vede della sottostante panoramica non vi resta che cliccare qui.

 

Approfondimento:

Renzo Piano: avanguardia a San Luca

Parte 4. Tempi duri a San Luca

Note a margine :

Perchè il nome “San Luca” ?

Sarebbe forse meglio chiedersi “Da quando questa frazione si chiama San Luca?”. Questo perchè anticamente la frazione veniva chiamata “Le Cavonne”. I primi abitanti della zona furono infatti i Cavanna (cognome molto comune in provincia di Alessandria) che si insediarono in questo tratto della Valle Orba a partire dal 1500.

La tradizione, tramandata oralmente narra che una famiglia benestante regalò alla comunità delle Cavonne un quadro raffigurante San Luca ancor oggi presente all’interno della chiesa. Forse fu allora (probabilmente nella metà del 1800) che la popolazione decise di cambiare il nome del paese.

Esiste una seconda ipotesi che ritiene la donazione del quadro un indizio del fatto che la borgata avesse assunto in passato già il nome del Santo. Quest’ultimo infatti è l’unico dei quattro Evangelisti a soffermarsi ampiamente sulla vita agreste e pastorale che avrebbe caratterizzato l’infanzia di Cristo. Tale “quadretto” ben si addiceva alla località “le Cavonne”, ed è quindi plausibile, che un sacerdote (magari uno dei primi a proferir il sacro verbo nella chiesetta) abbia proposto il nome di San Luca

"La fuga" del Ratto

E’ opinione comune che la vetta più elevata del territorio molarese sia il Monte Ratto presso San Luca con i suoi 685 mt s.l.m.. Nelle cartografie tecniche ufficiali (Istituto Geografico Militare e Carta Tecnica Regionale) non sembrerebbero esserci dubbi a tal riguardo. Invece non è così! Il Monte Ratto non solo non è il monte più alto del territorio di Molare, ma non è neanche situato al suo interno. Questa è avvallata senza ombra di alcun dubbio dalla mappe catastali dei comuni di Molare e Cassinelle. I confini comunali di questi due paesi sono stati assai ballerini nel corso dei secoli.

La vetta del Monte Ratto è interamente sviluppata al di fuori del territorio di Molare. Quest’ultimo, comprende solamente il versante sud-orientale (SW) sino a quota 655 mt s.l.m.. Nulla più ! Per cercare le vette più alte del territorio di Molare ci si deve spostare nelle vicinanze di Olbicella e precisamente in corrispondenza di una dorsale montuosa posta a nord-ovest (NW) e compresa tra il Bric Fonegrone ed il Bric Il Poggio (partenza dell’itinerario detto “dei Tralicci” da cercatori di funghi, cacciatori e mountain bikers). Anche nel caso del Monte Poggio e del Bric Fonegrone le cartografie tecniche sono errate. Analogamente a quanto asserito per il Monte Ratto, a venire in aiuto sono le mappe catastali dei comuni di Molare e Cassinelle. In questo caso però “a spuntarla” è il nostro paese. Molare quindi “perde” il Ratto ed ottiene il Poggio. E’ una “transazione” positiva poichè il nostro paese “guadagna” circa 120 mt di altitudine.

 

Mappa della sezione:


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