La Valle Orba

Renzo Piano: avanguardia a San Luca

Renzo Piano nasce a Genova il 14 Settembre del 1937, da una famiglia di impresari edili. Nel 1964 consegue la laurea ed in breve tempo si fa conoscere nell'ambiente tecnico per la sua innovativa concezione dell'architettura di sperimentazione. La sua carriera è folgorante e porta in giro per il mondo la creatività italiana al pari dei più grandi ed affermati stilisti e designer connazionali. Come tutti i creativi non è stato risparmiato da critiche anche feroci riguardanti alcune sue opere. Percorrendo la sua carriera ed il suo curriculum spiccano opere di massimo rilievo a livello mondiale. A partire dagli albori, con la progettazione nel 1967 del padiglione per la XIV Triennale di Milano, con la realizzazione del Centro commerciale di Fitzroy Street a Cambrige nel 1970 per arrivare nella metà degli anni '70 al centro culturale Georges Pompidou a Parigi. E poi ancora nel 1978, con il progetto per lo Stabilimento per la Kronenbourg , nel 1980 con il progetto di ristrutturazione dell'Isola di Burano e così via con digressioni al design veicolare e l'esperienza didattica televisiva per Rai2 “Cantiere aperto” nel 1979. Si possono ricordare, tra gli altri, interventi presso il Museo per la Collezione de Menil a Houston, lo Stadio di calcio S.Nicola a Bari, la ristrutturazione del Lingotto di Torino, l'aeroporto internazionale del Kansai ad Osaka, la risistemazione della Potsdamer Platz a Berlino, il Centro Culturale Jean Marie Tjibaou in Nuova Caledonia, la Torre Hermès , Tokyo, Giappone ecc ecc Le sue opere hanno toccato tutti i continenti e le maggiori città e metropoli. Naturalmente molte opere, anche recentissime sono state realizzate a Genova, la città natale dell'architetto (per esempio per le celebrazioni delle Colombiani nel 1994 sino ad arrivare al 2005 con Genova Capitale della Cultura Mondiale). Insomma tantissimi luoghi; compreso San Luca !!

No, non è un errore !! La bella località molarese, immersa, quasi annegata, in un ambiente agreste ha avuto anche notorietà nell'avanguardia architettonica tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80. In questo periodo vennero infatti progettate e realizzate una serie di tre alloggi per vacanze raggruppati in una struttura ubicata nelle immediate vicinanze della chiesa di San Luca. Addirittura nel 1969, pochi sanno, nella vicinissima Loc. Garrone, fu progettata “un'abitazione a pianta libera” (cioè senza muri) identificabile come “una grande copertura orizzontale a protezione di una pianta completamente flessibile” in grado di adeguarsi alle esigenze ed agli umori dell'occupante “la nozione di spazio vivente mobile in grado di svilupparsi secondo una storia di utilizzo resta la chiave dei miei lavori e non intendo abbandonare questo stato d'animo perché credo rappresenti la sintesi più felice tra la dinamica del bisogno e quella del costruire.” (da R. Piano, Dialoghi di cantiere, ed. Laterza, Bari, 1986). Il gioco nella distribuzione degli spazzi e della luce sono prioritari nell'opera di Renzo Piano.

Su questa base a San Luca vennero progettate dallo Studio Piano & Rice tra il 1977 ed il 1982 delle case con materiali innovativi che possedevano un'ulteriore peculiarità: il tetto conteneva uno strato di terra, poi inerbito, in modo tale che per evaporazione ed assorbimento termico, le superfici soleggiate impiegassero un dato tempo e riscaldarsi durante le ore diurne. Alla sera, il calore immagazzinato sarebbe stato restituito agli ambienti interni. Questo era proposto nel progetto iniziale. In realtà, questi locali furono realizzate solo in parte, poichè la legislazione in materia di edilizia non consentiva e non consente tuttora la realizzazione di locali interrati adibiti a civile abitazione (possono al contrario essere costruiti garage, box, cantine, lavanderie interrate, ma non locali di abitazione). Quindi alla fin fine, una delle peculiarità principali che avrebbe dovuto contraddistinguere le abitazioni di San Luca venne a mancare. L'architetto senza ombra di dubbio pensò alla copertura in terra anche in relazione all'estetica, in quanto le case sarebbero state quasi invisibili “ed assorbite” dall'ambiente” di San Luca . Purtroppo ciò non avvenne e le abitazioni risultano attualmente ben visibili con i loro tetti piatti “spogliati” della loro copertura.

Ad ogni modo, per molti architetti o scolaresche universitarie in pellegrinaggio a San Luca, “le case di Renzo Piano” risultano molto interessanti soprattutto per quanto riguarda l'organizzazione spaziale interna articolata secondo il principio dell'aggregazione di “ moduli abitativi ” da m 2,40x2,40x2,94 di altezza ciascuno, per un totale di n. 61moduli. La struttura portante della costruzione è costituita da muri perimetrali e montanti verticali in acciaio a sostegno della copertura. Questa è stata ideata e realizzata con travature reticolari spaziali in acciaio di forma tronco-piramidale, lasciate a vista negli ambienti interni. Tale struttura si estende oltre il perimetro dei volumi abitativi creando in tal modo uno spazio coperto aperto verso il verde circostante. L'edificio di San Luca, insieme ad altre opere coeve caratterizzate da analoghi programmi funzionali, criteri costruttivi ed esiti architettonici (es. loc. Garonne 1969; le abitazioni unifamiliari a Cusago 1972-74), testimonia l'attuazione di soluzioni spaziali profondamente moderne, attraverso l'uso sapiente dei componenti costruttivi (elementi strutturali, di copertura e di chiusura ) frutto di una rigorosa conoscenza e sperimentazione nel campo dei materiali e delle strutture leggere. San Luca quindi non è solo battuta da orde "di fungaioli", cacciatori, bikers o semplici amanti del traking e della natura, ma anche da geologi e persino architetti !!

Giunti a questo punto occorre solo spiegare quale è il motivo per cui niente popò di meno che Renzo Piano abbia “scoperto San Luca”. Il fatto è molto semplice: i genitori della moglie aveano un'abitazione a San Luca. E' possibile quindi immaginare l'architetto fare visita in una bella domenica di primavera ai suoceri nella casa di campagna a San Luca, rimanendo affascinato dal luogo. Ciò portò non solo alla realizzazione delle “case di Renzo Piano” ma pure “della casa di campagna Renzo Piano”.

In un'intervista il grande architetto ha detto " Personalmente trovo che la mia voglia di esplorare sentieri non battuti vada perfettamente d'accordo con la mia riconoscenza nei confronti della tradizione (....).Quando mi chiedono come sarà la città del futuro, io rispondo: spero come quella del passato."

Questa pagina è stata realizzata con la collaborazione dell'Architetto Daniela Giordani di Molare che ringrazio.

Note a Margine:

Questa pagina è stata realizzata con la collaborazione dell'Architetto Daniela Giordani di Molare che ringrazio.

Come fonte bibliografica principale ho anche consultato il volume "Dialoghi di cantiere" di Renzo Piano edito da Laterza, Bari 1986.

Mappa della sezione:


Sito curato da Vittorio Bonaria vb.geolgmail.com oppure molaremolare.net