Nei Dintorni...

Itinerario 1. Il romanzo delle acque termali
(Approfondimento: Il Romanzo delle acque termali di Vittorio Bonaria, 2010)
(Approfondimento: Fluid geochemistry of the Acqui Terme-Visone geothermal area )

La storia di Acqui Terme è da sempre legata al suo termalismo. Durante l'epoca romana la cittadina era uno dei centri più importanti dell'Alto Monferrato e prendeva il nome di Aquae Statiellae. Molte furono le grandi opere edificate nel periodo romano tra cui gli impianti termali come la Piazza Bollente e Corso Bagni. Proprio in quest'ultima zona, tra il 1913 ed il 1974 gli archeologi portarono alla luce una serie di manufatti appartenente ad un grande complesso termale il cui più importante elemento è rappresentato dalla grande piscina rettangolare (10 x 17 m) del Palazzo Valbusa alimentata per mezzo di un cunicolo dalla stessa Bollente. In questo contesto un posto d'onore è occupato dal simbolo di Acqui Terne: l'acquedotto romano. Tramite una serie di arcate degradanti verso la città l'opera consentiva alla acque fredde della Valle Erro di mitigare le alte temperature delle acque termali. Plinio il Vecchio, che fu vittima di una delle più celebri catastrofi dell'umanità (Ercolano 24 Agosto 79 dC), nella sua Naturalis Historia censisce le più importanti manifestazioni sorgive ricordando Acqui Terme fra i principali centri termali.

Il romanzo delle acque termali

Le acque termali di Acqui Terme sono il prodotto di processi di interazione tra le acque e le rocce entro le quali esse risiedono.

Perchè le acque termali sono calde ?
Molti Acquesi sono convinti che sotto Acqui Terme sia nascosto un vulcano. In effetti molti ritengono che la presenza di acqua calda sulfurea possa essere solo il prodotto di un'attività vulcanica in atto. Ciò avviene in moltissimi luoghi della terra ma non ad Acqui Terme. Il riscaldamento dell'acqua avviene "per gradiente geotermico". Che parolone !! In realtà il concetto è molto semplice: più ci si addentra nelle viscere della terra e più la temperatura delle rocce aumenta. Il gradiente geotermico medio è di circa 30°C ogni chilometro di profondità. Questo varia comunque, entro determinati limiti, da zona a zona. Facendo un calcolo molto approssimato potremmo affermare che se La Bollente, la più famosa tra le sorgenti termali di Acqui, ha una temperatura di circa 70°C, allora la sua acqua dovrebbe provenire da una profondità di circa 2.3 km! Tale calcolo non sarebbe preciso in quanto bisogna considerare che durante il suo viaggio di risalita queste acque sono soggette ad una perdita di calore. Da ciò deriva che esse provengono da profondità maggiori! Il viaggio di risalita di queste acque è solo l'ultima tappa di un'evoluzione ben più lunga e complessa.

Se queste acque provengono da simili profondità, come hanno fatto ad arrivare sino là sotto ?
Se avete letto le pagine sul Disastro di Molare avrete capito che la geologia ha avuto una parte da protagonista sulla tragica vicenda. Fortunatamente questa scienza è in grado di regalare all'uomo incredibili tesori che solo dopo secoli di studi vengono compresi. Il termalismo di Acqui è uno di questi. Il processo di genesi delle acque termali è ben più affascinante rispetto a quello che potrebbe essere se tutto fosse spiegato con la presenza di un "vulcano sotterraneo". "Il romanzo biografico" delle acque termali ha origine dal Gruppo di Voltri.

Questo complesso di rocce è connotato da strutture generate da un passato geologico assai travagliato (vedere la sezione Geologia ed anche la sezione Lago). Le alture che orlano la Valle Stura, la Valle Orba, la Valle Erro e che rappresentano lo spartiacque Ligure-Piemontese, sono costituite in gran parte da queste rocce. Numerosissime faglie, anche di estensione plurichilometrica, percorrono in lungo ed in largo le rocce originate da un'antica collisione continentale. Su queste alture, che hanno quote massime comprese tra 1000 e 1300 m piove, d'inverno nevica…… E già ! Perché si da il caso che le acque termali altro non sono che acque piovane provenienti da rilievi montuosi posizionati a diverse decine di km a sud di Acqui Terme. L'acqua piovana viene in parte convogliata nel reticolo idrografico superficiale (fiumi, torrenti, rii…), ma una certa quantità, notevolmente superiore alla precedente, penetra nel suolo e raggiunge la roccia. Quest'ultima essendo nella maggioranza dei casi intensamente fratturata, risulta permeabile. Non è però una permeabilità assimilabile ad una spugna. Non vi è porosità (o è bassissima) bensì l'acqua piovana si infiltra nelle migliaia di fratture che si sviluppano sino a raggiungere grandi profondità. Il viaggio di quest'acqua è lungo e tortuoso mentre la direzione di deflusso è verso Nord.

Come possiamo essere sicuri della provenienza di tale acqua ?
Gli isotopi dell'ossigeno e dell'idrogeno sono presenti nelle acque termali in rapporti ben correlabili. Mi spiego: se io voglio sapere la quota di ricarica di un acquifero, cioè da che altezza proviene un'acqua, non mi resta che analizzarla nei contenuti di O18 (isotopo radioattivo dell'ossigeno) e del deuterio (isotopo radioattivo dell'idrogeno). Questi due strani tipi sono presenti in minima quantità nelle acque piovane ed il loro rapporto è funzione molto stretta della quota di precipitazione. Il lungo viaggio delle acque nelle viscere della terra non ha cancellato questo indizio che è presente nelle normali sorgenti fredde come nelle sorgenti termali. La quota media di ricarica delle acque termali acquesi è compresa tra 1000 e 1200 m. Ciò vale a dire che essere provengono dai rilievi appenninici liguri-piemontesi. Bene! Abbiamo spiegato da dove arrivano e come fanno a raggiungere profondità elevate. Nel loro lento cammino sotterraneo esse iniziano a mutare dal punto di vista chimico poiché lisciviano (cioè scorrono al contatto) rocce connotate da un determinato chimismo. In realtà comunque le reali caratteristiche chimiche delle acque termali sono ottenute non durante il viaggio, ma allorquando esse stazionano in un serbatoio. Quest'ultimo, ubicato a 2-3 km di profondità sotto Acqui Terme non è altro che un complesso roccioso permeabile che ospita per un dato periodo le acque. Il serbatoio è caratterizzato da una data temperatura e pressione oltre che da un determinato chimismo. Solo adesso, le ex acque piovane subiscono una trasformazione chimica finalizzata al raggiungimento di un equilibrio con le rocce del serbatoio. Il successivo viaggio di risalita verso la superficie non altera sensibilmente le caratteristiche chimiche acquisite e quindi le analisi chimiche ed isotopiche consentiranno di ricostruire l'ambiente sotterraneo di formazione. Lasciamo per qualche istante le profondità della terra e ritorniamo in superficie, ad Acqui Terme e dintorni. In questo settore sono presenti numerose sorgenti o pozzi termali. Prendiamone in esame tre di queste acque: naturalmente "La Bollente", poi "L'Acquamarcia" ed infine il "Fontanino di Visone" vicino alla stazione ferroviaria. Queste acque differiscono in temperatura ed anche nel chimismo.

Qual è l'acqua termale più rappresentativa, cioè quella che più fedelmente presenta le caratteristiche che si riscontrerebbero se raggiungessimo il serbatoio ?

Il "Fontanino di Visone" non sembra avere queste caratteristiche; la sua acqua ha subito un notevole raffreddamento durante la risalita (la sua temperatura è di 21.8°C) ed anche una notevole miscelazione con acque superficiali fredde. "La Bollente" risulta essere l'acqua termale che ha raggiunto la superficie con la maggior velocità perdendo solo una piccola quantità di calore, ma, ahimè, anch'essa, nella parte finale del tragitto, ha subito una miscelazione con acque superficiali fredde (anche se molto minore rispetto al Fontanino di Visone"). La temperatura della Bollente è di circa 70 °C (la targa di marmo dell'omonima piazza indica la temperatura di 74.5°C) ma inizialmente, nel serbatoio le temperature sono dell'ordine di 100-120°C (valori dedotti dal chimismo dell'acqua tramite "geotermometri"). "L'Acquamarcia", strano a dirsi, la sua temperatura è di soli 18°C, è il termine chimicamente più puro attualmente disponibile sulla superficie. La risalita dell'acqua è stata molto lenta; sembra anzi che essa abbia raggiunto un secondo serbatoio più superficiale (posizionato tra 0.7 ed 1.5 km di profondità) di minor temperatura (50-60 °C). Ciò nonostante il suo viaggio verso la superficie non ha comportato miscelazione con acque fredde. Il suo raffreddamento è solo conduttivo e dovuto ai tempi di risalita elevati.

Come fanno queste acque a risalire in superficie ?
Nello stesso modo con il quale hanno raggiunto le profondità della terra: infiltrandosi in faglie di importanza regionale. Queste faglie potrebbero essere verticali, come nel caso della "Bollente" e consentire un rapido raggiungimento della superficie, oppure essere più inclinate e tortuose come nel caso dell' "Acquamarcia".

Quanto tempo impiegano queste acque a compiere il percorso completo ?
Questa domanda è forse quella che più volte si è indotti a fare. Se io oggi bevo un bicchiere di acqua della Bollente, bevo un'acqua piovuta dal cielo una settimana fa, un anno fa o un secolo fa? Per dare risposta a questo quesito ci vengono in aiuto ancora una volta gli isotopi radioattivi. Contrariamente ad alcune discutibilissime valutazione di metà '80 che indicavano tempi di almeno 80 anni (in alcuni casi di 40-50 anni), sono stati stimati valori di alcune migliaia di anni. Questa differenza determina notevoli implicazioni su tutto il sistema geotermico acquese poiché consente di apprezzarne e valutarne l'importanza del ciclo di formazione e le potenzialità.

 

Quali rocce sono presenti nel serbatoio ?
Il quesito è di basilare importanza! Le acque termali sono acque cloruro sodiche. Poiché anche l'acqua di mare è cloruro sodica si è portati a pensare (erroneamente!) che possano essere il prodotto di una miscelazione durante la risalita con acque di origine marina. Infatti in alcuni settori della piana acquese, sfortunati contadini, trovarono durante la trivellazione di pozzi agricoli acque salmastre. Essi non furono molto contenti quando scoprirono che tali acque non erano altro che lenti (dette in inglese "brine") di un preistorico mare ormai scomparso. Dal punto di vista geochimico queste pur interessantissime acque, nulla hanno a che fare con la circolazione termale. Il chimismo primario della Bollente e delle altre sorgenti è il risultato come già detto di un equilibrio chimico-fisico creatosi all'interno del serbatoio. Recenti programmi di simulazione consentono di risalire, nota la composizione chimica delle acque termali e determinati razionalmente i valori di temperatura (per mezzo dei "geotermometri chimici"), pressione e CO2 al tipo di roccia presente. Quest'ultima risulta assai simile per caratteristiche chimiche al Gruppo di Voltri. Il fatto che questo elemento geologico sia presente ad elevate profondità sotto Acqui Terme è confermata da recenti modelli geologici-strutturali.

Perché l'acqua puzza di uovo marcio ?

Da che mondo e mondo si associa il termalismo alla puzza di uovo marcio. Le acque termali di Acqui sono sulfuree. Vale la pena sottolineare che non sempre un'acqua termale è sulfurea e che non sempre un'acqua sulfurea è termale. Durante il campionamento all'"Acquamarcia", dopo che io del il mio professore eravamo stati circa 10 minuti all'interno del locale chiuso ove è ubicato il pozzo, ne siamo usciti "ubriachi". In dosi elevate ed in locali chiusi il solfuro può essere anche letale. Ma non si spaventino i frequentatori di impianti termali! Durante i nostri studi abbiamo condotto anche l'analisi degli isotopi dello zolfo per dedurne la provenienza. Tralasciando i dettagli tecnici, appare chiaro che il solfuro contenuto nelle acque termali sia il prodotto della trasformazione (riduzione chimica) di un originario solfato. In breve: nel serbatoio sono presenti dei solfati (per es. rocce gessose di età triassica) che sono sciolti nella fase acquosa e successivamente vengono trasformati in solfuri

Chi o cosa trasforma questi solfati in solfuri ?
Questa tematica andrebbe approfondita poiché molto interessante; comunque l'ipotesi e che ciò avvenga ad opera di batteri anaerobici (microorganismi) presenti nel serbatoio (in particolare quello più superficiale e meno caldo).

Tutte queste faglie e fagliette sono pericolose dal punto di vista sismico ?
Le numerose cronache di terremoti provenienti da ogni angolo della terra associano inevitabilmente l'evento sismico alla presenza di faglie. Infatti il terremoto non è altro che un fenomeno fisico per il quale una porzione più o meno grande di roccia rilascia lo stress accumulato rompendosi e generando o attivando una spaccatura (una faglia). E' bene però sottolineare che esistono faglie attive e faglie non attive. Acqui Terme e zone limitrofe (compresa la Valle Orba) sono sismicamente classificate in Zona 4 e cioè la classe "a minor rischio sismico". Ciò quindi deve rassicurare Acquesi, Molaresi ed Ovadesi. Unico rischio (remoto comunque) riguarda proprio le sorgenti termali: esse infatti scorrono verso la superficie lungo le faglie. Cosa accadrebbe se a causa di un evento sismico anche molto debole tali faglie venissero interrotte ad una certa profondità? Chissà …… magari La Bollente anziché sgorgare ad Acqui, troverebbe un percorso verso Visone, Prasco o magari Molare ….. Naturalmente è solo una provocazione ai danni degli Acquesi ! Non me ne vogliano !

Approfondimenti:

Pubblicato nel 2000 nella prestigiosa rivista "Applied Geochemistry" l'articolo "Fluid geochemistry of the Acqui Terme-Visone geothermal area" (file pdf di 640 kb) riporta le risultanze emerse dalle mia tesi di laurea del 1997.
Scritto di mio pugno nel 2010 è possibile scaricare una sorta di "versione estesa" ma sempre duvulgativa di questa pagina cioè l'articolo "Il Romanzo delle acque termali" (file pdf di 1,3 Mb)

Itinerario 2. La Val Gargassa

Note a Margine:

Come non parlare del termalismo di Acqui Terme? Modestia a parte posso dire che questa pagina è "farina del mio sacco" e della Cattedra di Geochimica (Prof. Ottonello) e Geochimica Applicata (Prof. Marini) dell'Università di Genova. Nel 1997 mi laureai con una tesi di geochimica (cioè la chimica applicata alla scienza della terra) riguardante il termalismo della ridente località piemontese. Da questa tesi è stato tratto un articolo pubblicato in una delle più autorevoli riviste specialistiche al mondo. L'articolo, in lingua inglese è disponibile in questa pagina cliccando qui . Nel 2010 ho scritto anche un articolo divulgativo per una rivista culturale di Ovada che ha lo stesso titolo di questa pagina ed è disponibile cliccando qui .

Un aneddoto simpatico: tutto ebbe inizio con un signore di Acqui terme, che un bel giorno di metà anni '90 si appisolò nel giardino di casa sua e sognò la Madonna. Questa gli indicò il punto esatto ove perforare un pozzo. Detto fatto! L'acqua che ne sgorgò era termale. Un bel colpo di fortuna. Sotto Acqui Terme c'è parecchia acqua termale ma non è affatto facile intercettarla. Uno studio di geologia mi informò e mi chiese se ero interessato ad uno studio di quest'acqua. Da cosa nacque cosa….. ed eccovi il più recente modello del sistema geotermico acquese!

Breve cronistoria riguardante termalismo di Acqui Terme.

173 aC - Caristo antico centro della Valle Bormida di dominazione della popolazione ligure degli Statielli, venne distrutta dalle truppe romane del console Marco Popilio Lenate. Fu successivamente ricostruita dai superstiti Statielli sotto la dominazione romana (da cui il nome Aquae Statiellae).

XII° sec. - Dopo un lungo periodo buio d'informazioni, un documento trattante un atto di donazione cita per la prima volta i bagni pubblici che erano ubicato in zona Bollente ed alimentati sia dall'acqua termale che dall'acqua fredda che successivamente venne a mancare compromettendo l'esistenza di tali bagni pubblici.

XVI° sec. - Ritorno delle terme ai vecchi fasti con opere di potenziamento sotto il dominio dei Marchesi del Monferrato e poi dei Gonzaga. Numerose pubblicazioni (tra cui quelle del Savonarola) rendono famose le terme di Acqui.

31 Marzo 1679 - una gigantesca frana si stacca dal Monte Stregone e travolge i sottostante centri termali posizionati in Zona Bagni distruggendoli e provocando numerose vittime. Nel 1687 verranno ripristinate dai Gonzaga.

Metà del XVIII° sec. - gli stabilimenti ora di proprietà Savoia vengono ampliati con la realizzazione dello Stabilimento Termale Militare.

1847 - Carlo Alberto realizza finalmente il ponte sul Fiume Bormida, ultima grande opera di rafforzamento degli impianti termali.

1860 - 1870 - rafforzamento delle Terme Militari a discapito delle terme civili.

1870 - 1910 - realizzazione delle Nuove Terme e creazione della Società delle Terme.

1925 - dopo un periodo di declino causato dalla grande guerra e dalla successiva recessione si gettano le basi per un rilancio degli impianti.

1930 - Realizzazione del Grande Albergo Nuove Terme.

1939 - La demanializzazione delle Terme e lo scoppio del secondo conflitto mondiale segnano la fine del periodo d'oro delle terme.

Dopo guerra - anni '90 - progressivo ridimensionamento degli impianti culminato con la chiusura delle Terme Militari.

Oggi - tentativo delle Terme S.p.a. di riportare gli impianti ai vecchi fasti .

Fonte bibliografica: "Percorsi d'arte in Piemonte" Vol.6 di Luigi Gallareto ( Ed. Omega, Torino 1998)

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